INDUSTRIA 4.0: L’APPROCCIO “DATA-DRIVEN” PER LA CREAZIONE DEL VANTAGGIO COMPETITIVO
L’industrializzazione e la digitalizzazione stanno cambiando sempre più le aziende, tanto che oggi non basta automatizzare i processi fisici per essere competitivi ma occorre poter prendere decisioni strategiche sulla base di dati oggettivi e quantificabili: l’intuito lascia quindi spazio ad un approccio “data-driven”.
Da molto tempo ormai si parla di Industria 4.0, sia in senso generale che in ambito logistico, tuttavia la sola industrializzazione e automazione dei processi fisici non basta a rendere un’impresa davvero competitiva. Il flusso fisico deve infatti essere accompagnato da un corretto flusso informativo affinché i manager possano prendere decisioni informate, basate su dati oggettivi e non su sensazioni personali.
Si tratta quindi di un cambiamento culturale, che non può e non deve avvenire solamente con il ricorso alla tecnologia: non a caso oggi si parla di aziende “data-driven”, il cui approccio basato sui dati permette di prendere decisioni pro-attive e non reattive, anticipando problemi e/o opportunità prima ancora che si possano verificare ed intervenendo quindi sulla strategia aziendale prima che lo possa fare la concorrenza. Le aziende che rinunciano ad una gestione dei dati come leva per il business sono pertanto destinate a perdere progressivamente competitività.
Per le aziende che si occupano di logistica la capacità di prevedere la domanda in un determinato momento offre certamente un vantaggio significativo, permettendo soddisfare le esigenze dei Clienti e al tempo stesso essere efficienti: da questo punto di vista, i Big Data e l’approccio “data-driven” consentono alle aziende di utilizzare l'analisi predittiva, il monitoraggio dei dati storici, l'analisi dei modelli e la previsione del comportamento futuro tenendo conto delle tendenze e concentrandosi sulle preferenze dei Clienti, riducendo i costi, creando maggiore affidabilità e aumentando la soddisfazione dei Clienti stessi.
In questo contesto la raccolta dei dati non deve essere sottovalutata: un progetto giusto con dati approssimati o addirittura sbagliati è un esercizio difficile. Le fonti dei dati di progetto possono essere molteplici anche se prevalentemente si ricorre al sistema informativo aziendale o al software di gestione operativa (WMS) che ormai non può mancare in un magazzino moderno. Le aziende sono aiutate dal fatto che le nuove tecnologie di raccolta e archiviazione dei dati mettono a disposizione un’ingente mole di informazioni, tuttavia la crescita della quantità di dati disponibili non sempre si traduce in conoscenza, soprattutto se le informazioni non sono controllate, ben strutturate e costantemente aggiornate. L'inevitabile conseguenza dell’adozione di nuove tecnologie (come “Blockchain” e “Internet of Things”) è infatti la generazione esponenziale di enormi quantità di dati: per i professionisti della Supply Chain sta diventando una lotta crescente raccogliere, pulire, analizzare e interpretare questa montagna di dati in un orizzonte temporale sufficientemente breve da rendere le conclusioni risultanti significative e qualsiasi risultato consigliato utilizzabile nel processo decisionale.
Se l’approccio analitico basato sui dati è fondamentale per la gestione aziendale, a maggior ragione lo è nella gestione dei progetti. Solo un progetto molto accurato permette di limitare i rischi ed i costi durante la realizzazione, identificando la soluzione migliore che soddisfi i requisiti di funzionamento di medio/lungo termine e quelli richiesti per il calcolo del ritorno dell’investimento.
Spesso le aziende sono molto concentrate sulla gestione operativa e quotidiana e/o non hanno competenze analitiche e metodologiche, pertanto affidarsi ad un professionista imparziale e competente può essere un investimento e non un costo: una società di consulenza valida infatti non fornisce soluzioni standard, ma offre un approccio su misura, modellato sulle reali esigenze del Cliente ed ispirato a concretezza e innovazione.
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