KPI logistici: strumenti chiave per ottimizzare la gestione della supply chain

Con l’avanzare della digitalizzazione e la crescente pressione competitiva, mantenere performance logistiche elevate è diventato un imperativo. I Key Performance Indicators (KPI) offrono alle aziende una visione chiara dei propri processi logistici, trasformando i dati in strumenti utili per migliorare qualità del servizio ed efficienza operativa. In questo articolo approfondiremo il ruolo dei KPI logistici, come implementarli e i benefici concreti che possono portare a un’organizzazione.

Cosa sono i KPI logistici e perché sono fondamentali

I KPI logistici rappresentano indicatori chiave di prestazione, specificamente progettati per misurare quanto un’azienda raggiunga i suoi obiettivi strategici e operativi nella gestione logistica. Ma cosa significa realmente? Un KPI logistico ben definito non solo offre dati, ma li rende significativi e applicabili, permettendo alle aziende di identificare opportunità e problematiche. Questo, a sua volta, supporta il processo decisionale aziendale, contribuendo alla creazione di un vantaggio competitivo stabile.

Un sistema di KPI ben strutturato risponde anche alla necessità di tenere traccia delle performance in modo coerente e preciso. Tuttavia, non si tratta di raccogliere una mole di dati generici, ma di scegliere quelli che realmente portano valore all’azienda e ne supportano gli obiettivi. È quindi essenziale definire i KPI giusti, quelli che davvero contano.

 Le due principali categorie di KPI: efficacia ed efficienza

I KPI logistici possono essere suddivisi in due categorie principali:

  1. KPI di efficacia: questi indicatori misurano la qualità del servizio offerto e spesso sono visti dal punto di vista del cliente. Includono la puntualità delle consegne, la conformità all’ordine (ovvero, se ciò che è stato spedito corrisponde a ciò che è stato richiesto) e la completezza dell’ordine. L’efficacia è quindi legata alla capacità dell’azienda di soddisfare pienamente le aspettative dei clienti.
  2. KPI di efficienza: questi indicatori invece riflettono quanto efficacemente l’azienda utilizza le sue risorse in rapporto agli obiettivi prefissati. Esempi di KPI di efficienza includono l’indice di rotazione dello stock, la saturazione del magazzino e la produttività del personale. L’efficienza aiuta a minimizzare gli sprechi, ottimizzare le operazioni e migliorare l’impiego delle risorse.

Esistono poi altri KPI che contestualizzano l’andamento degli altri indicatori, come quelli di volume e di flusso, che danno una panoramica sulle stagionalità e sui trend delle attività. Gli indicatori di saturazione, infine, misurano quanto vengono utilizzate le risorse critiche, come lo spazio di magazzino, che può essere difficile da ampliare rapidamente.

 La struttura gerarchica dei KPI: dal livello operativo allo strategico

Un sistema efficace di KPI logistici si costruisce partendo dai livelli più operativi e salendo fino a quelli strategici. Questa struttura segue un approccio “bottom-up” che permette di monitorare le prestazioni su più livelli del processo:

  • Livello operativo: i KPI a questo livello sono più dettagliati e monitorano singole attività, come la velocità di picking o l’accuratezza dell’inventario. Sono particolarmente utili per identificare inefficienze in specifiche operazioni.
  • Livello tattico: qui i KPI valutano l’efficienza complessiva delle fasi operative, come l’allestimento degli ordini o l’uso delle attrezzature. Questi indicatori aiutano a coordinare le attività su scala più ampia e a garantire una gestione armoniosa delle risorse.
  • Livello strategico: infine, i KPI strategici misurano i risultati complessivi in relazione agli obiettivi aziendali generali, come la soddisfazione del cliente e il Net Promoter Score (NPS). Questi indicatori offrono una visione d’insieme e permettono di valutare se la logistica sta contribuendo al successo dell’azienda.

Avere KPI ben strutturati a ogni livello consente di collegare le attività operative alle priorità aziendali, garantendo così che ogni parte del processo lavori in sinergia verso gli obiettivi principali.

 Come definire e implementare un sistema di KPI logistici

La costruzione di un sistema di KPI logistici efficace richiede una pianificazione e una definizione accurata di ogni aspetto. Ecco i passaggi chiave:

  1. Identificazione dei processi prioritari: il primo passo è individuare i processi logistici fondamentali per la creazione di valore, come l’approvvigionamento, la gestione delle scorte e la consegna.
  2. Scomposizione dei processi: ogni processo viene suddiviso in fasi e attività specifiche, e per ciascuna si identificano le prestazioni che si desidera monitorare. Questo permette di avere una visione dettagliata dei punti critici.
  3. Definizione dell’indicatore: per ciascun KPI, è importante stabilire la formula di calcolo, la frequenza di misurazione e la fonte dei dati. Questa fase richiede una definizione chiara di come e dove ottenere i dati per garantire che il KPI sia misurabile in modo affidabile.
  4. Documentazione e formalizzazione: infine, ogni aspetto del KPI deve essere documentato, inclusi i requisiti per la misurazione e le modalità di calcolo. Una documentazione accurata garantisce coerenza e facilità di utilizzo del sistema di KPI nel lungo termine.

Un sistema di KPI che segue questi passaggi risulta ben strutturato e affidabile, trasformando i dati in risorse preziose per la gestione strategica.

 Esempi di KPI essenziali per la logistica

Ogni azienda ha le proprie esigenze specifiche, ma esistono alcuni KPI universali che possono rivelarsi molto utili in ambito logistico:

  • Tempo ciclo ordine-consegna: misura il tempo totale impiegato per completare un ordine, dalla richiesta alla consegna. Questo KPI è cruciale per capire la velocità e l’affidabilità del processo.
  • Indice di rotazione dello stock: questo indicatore monitora quante volte le scorte vengono rinnovate in un certo periodo, aiutando a ottimizzare i livelli di magazzino e ridurre il rischio di eccedenze o obsolescenza.
  • Accuratezza dell’inventario: valuta la corrispondenza tra lo stock reale e quello registrato, un aspetto essenziale per garantire una gestione efficiente del magazzino e ridurre i rischi di errori.
  • Customer satisfaction e Net Promoter Score (NPS): questi indicatori misurano la qualità percepita dal cliente e il livello di soddisfazione generale. Offrono un feedback prezioso sull’esperienza cliente, fondamentale per migliorare la fidelizzazione.

Conclusioni

I KPI logistici sono uno strumento essenziale per monitorare e ottimizzare le performance logistiche, offrendo una visione precisa e misurabile del sistema. Se definiti correttamente, i KPI consentono alle aziende di prendere decisioni informate, anticipare le esigenze del mercato e migliorare continuamente le proprie operazioni.

Investire in un sistema di KPI ben progettato permette di trasformare i dati in azioni strategiche, garantendo non solo il controllo delle performance logistiche ma anche la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. In questo modo, i KPI non sono solo numeri, ma vere e proprie leve per costruire valore lungo tutta la catena logistica.

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