LA STRANA PARABOLA DELLA SIMULAZIONE DINAMICA
Siamo convinti che se si facesse una piccola statistica tra le persone che - a vario titolo - hanno preso parte negli ultimi anni a progetti di magazzini o di sistemi di handling,, chiedendo loro se hanno utilizzato la simulazione dinamica, si otterrebbe di spezzare in due tronconi netti la popolazione.
Probabilmente troveremmo un primo, ahimè sparuto gruppo di professionisti (vuoi capo-progetto, vuoi responsabili dell’ingegneria, vuoi utenti finali del sistema, ma anche AD) che ha scelto, magari dietro saggio consiglio, di investire una parte del budget di progetto in questa tecnica..
Approfondendo la questione, essi potrebbero parlarci dello straordinario grado di comprensione delle dinamiche del sistema ottenuto con la simulazione, del gran numero di “bucce di banana” sapientemente evitate, del minor tempo per la messa a regime del sistema reale e via dicendo.
E poi ci sarebbe il secondo gruppo, molto più numeroso, nel quale troveremmo tutta una serie di opinioni sulla simulazione dinamica che spaziano dalla più completa ignoranza (anche se le curiosità cui solo la simulazione può rispondere appartengono anche a loro!) al pregiudizio bello e buono (costi eccessivi, tempi troppo lunghi, tematica solo per addetti ai lavori etc…).
Ma perché accade questo?
Che il nostro sia uno Paese con molte e non sempre positive peculiarità, rispetto alle altre nazioni che si vogliono dire evolute sul piano industriale, è cosa notoria e quindi non saranno forse sorprendenti le considerazioni un po’ amare che faremo sulla strana parabola percorsa nel cielo dell’italica ingegneria di progetto dalla simulazione dinamica.
Senza voler essere prolissi, si può dire che in Italia in realtà la simulazione dinamica ha una storia nobile ed “antica”: risalgono infatti agli anni ’60 importanti contributi in ambito accademico alle tematiche teoriche del problema della modellizzazione e dell’implementazione software e già negli anni ’70 si sono avuti importanti risultati pratici, seppure pionieristici, grazie al gruppo di Ricerca Operativa dell’Italsider, capitanato da Bruno Martinoli, e poi in Fiat, in Montedison, in Falck etc.
Grazie poi allo sviluppo di programmi software sempre più evoluti e user friendly ed all’aumento parossistico delle potenzialità dei calcolatori, la simulazione smette già negli anni ’90 di essere una tecnica “esoterica” e diventa potenzialmente uno strumento applicabile nella normale prassi progettuale, anche grazie al fatto che le nostre università sfornano tecnici competenti su tali temi, in grado si impostare correttamente l’analisi.
Simco è stata tra le prime società di consulenza in Italia ad offrire questo supporto ai propri Clienti come normale prassi operativa in appoggio a progetti non necessariamente di complessità estrema: questo ha dato a noi ed ai nostri Clienti notevoli soddisfazioni nella scelta delle migliori soluzioni di magazzino, sia a livello impiantistico che operativo.
Poi, ad un certo punto e nonostante i successi, sulla simulazione dinamica è calato il silenzio e questo purtroppo solo in Italia: i nostri colleghi europei e statunitensi, infatti, stanno intensificando sempre di più l’utilizzo di questa impagabile tecnica nei più svariati campi e soprattutto in Logistica.
Riteniamo che le ragioni siano principalmente due: la prima ragione è da correlare ad un erroneo modo di interpretare un concetto di per sé sano, ossia quello del contenimento dei costi. È infatti notorio che un progetto condotto con rigore in fase di analisi, finisce col costare complessivamente molto meno di uno poco “pensato” o affrontato in modo eccessivamente pragmatico, così come dovrebbe essere noto che la simulazione sia il modo migliore di “pensare” un progetto!
L’altro motivo temiamo sia invece una forma di “ignoranza di ritorno” sulla simulazione, i cui temi e contenuti tornano ad essere un po’ oscuri ai decision maker, che siano Capi Progetto, Responsabili della Logistica e della Produzione, Amministratori Delegati etc. i quali finiscono per non sfruttare tutte le potenzialità di cui potrebbero disporre per massimizzare il ritorno dei propri investimenti.
Come invertire questa tendenza? Da parte nostra, occorrerà rimboccarsi le maniche e sforzarci ancora una volta di rendere chiari i vantaggi di questa tecnica, di spiegare il metodo più corretto per effettuare queste analisi, le tecniche, gli strumenti, approfittando della nostra esperienza e dei successi ottenuti.
Da parte vostra, occorre fare ricorso ad una risorsa essenziale del manager, che è la curiosità: non esitate quindi ad informarvi sui benefici della simulazione. Noi saremo qui per aiutarvi.
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