CINQUE CAUSE PER UN NON CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLA SUPPLY CHAIN

Nel corso degli ultimi 25 anni, le Supply Chain sono diventate sempre più complesse e disperse. Tra le cause ci sono fattori generali quali la scarsa prevedibilità dello scenario economico, la globalizzazione dei mercati, la crescente pressione competitiva, ma anche elementi più specifici per la logistica come l’aumento dei codici e della velocità di obsolescenza, l’aumento del numero di spedizioni e la diminuzione dei lead time di consegna, l’aumento delle informazioni da gestire e  trasmettere, etc.

Nonostante questi fattori di criticità, una corretta gestione della propria Supply Chain risulta fondamentale per poter fornire un alto livello di servizio e creare vantaggio competitivo. Eppure sono molte le aziende – trasversalmente a tutti i settori merceologici, dal Retail all’Automotive, dall’Hi-Tech a quello militare – che si lamentano per la carenza di visibilità a monte e/o a valle o per la mancanza di controllo della catena.

Volendo riassumere i principali segnali che permettono di individuare una Supply Chain non correttamente funzionante, se ne evidenziano cinque:

1. Mancata focalizzazione sul cliente finale

Non è importante quale ruolo si giochi all’interno della propria Supply Chain: che si sia un produttore, un fornitore di materie prime, un co-packer o 4PL, se il cliente finale non acquista il prodotto, allora nessun attore della catena può considerarsi vittorioso. Ciò che risulta, quindi, davvero fondamentale è capire e conoscere il cliente finale in tempo reale, per potergli fornire il prodotto giusto, al momento giusto e al giusto prezzo.

2. Esecuzione di previsioni multiple

Una pratica standard all’interno delle Supply Chain tradizionali è quella di eseguire previsioni multiple, relative ad esempio alle vendite, alla produzione o agli approvvigionamenti. Tuttavia, ogni previsione in quanto tale, introduce un livello di imprecisione e di complessità nel sistema, generando risultati negativi, come ad esempio maggior probabilità di stock out ed errori, oppure alti livelli di stock superiori alle necessità, piuttosto che basso livello di servizio. In realtà, dunque, c’è solo una previsione irrinunciabile, che è quella legata direttamente al consumatore finale, aggiornata in tempo reale in base ai cambiamenti delle condizioni della domanda e dell’offerta.

3. Impossibilità di vedere o influenzare la fornitura in tempo reale

Anche se fosse possibile capire e rispondere alla domanda dei consumatori, qualora non fosse così anche per il resto degli attori della Supply Chain significherebbe realizzare prodotti sbagliati in luoghi sbagliati.  Ogni elemento della catena, quindi, non dovrebbe vedere solamente la domanda finale, ma idealmente anche i piani di approvvigionamento e i passaggi del prodotto lungo la catena stessa, in modo che sia chiaro a tutti come la domanda incontri l’offerta.

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4. Mancanza di visibilità o capacità di risposta sulle questioni che interessano globalmente l’intera Supply Chain

Indipendentemente da quale attore detenga fisicamente lo stock del prodotto, piuttosto che da dove risiedano le informazioni, si può / dovrebbe essere in grado di visualizzare in tempo reale tutte le notizie relative alle spedizioni, alle scorte o a eventuali limiti di capacità. Non è possibile, infatti, risolvere i problemi se non si ha coscienza della loro esistenza, ma la capacità di percepire i problemi non servirebbe a nulla se non si fosse in grado di poter rispondere al problema stesso per poterlo superare. Per questo è fondamentale avere visibilità in tempo reale su tutte le informazioni relative all’intera Supply Chain.

5. Incapacità di ri-pianificazione incrementale in tempo reale

Le condizioni della domanda e dell’offerta sono in costante evoluzione: non appena si ha finito di redigere un piano, subito questo diventa inesatto, e più passa il tempo, più diviene impreciso. Risulta, dunque, necessario poter intervenire in tempo reale sui propri piani e regolarli in maniera incrementale, in modo da risolvere solo le tematiche che manifestano problematiche, senza creare nervosismo su tutto il resto della catena.

Nelle moderne Supply Chain, il successo dipende in gran parte da ciò che avviene al di fuori delle proprie mura, per cui non basta essere preoccupati solamente della gestione di ciò che accade all’interno dei propri confini: è per questo che la maggior parte delle aziende trarrebbe beneficio da strutture di connessione cloud-based di tipo “molti-a-molti”, all’interno delle quali possano connettersi facilmente e coordinarsi con i propri partner commerciali, indipendentemente da dove si trovino fisicamente, rispondere in tempo reale ai cambiamenti della domanda e dell’offerta, ottimizzare i processi esistenti e scoprire nuovi modi per catturare valore.

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